Per ricordare la fuga dalla schiavitù d'Egitto gli Ebrei celebrano la Pasqua dal giorno 15 di Nissan (fine Marzo o inizio Aprile) e dura sette giorni.
CENNI STORICI
"L'evento", spiega M. Sacerdoti, " viene celebrato con una cena, che in Israele ha luogo la sera della vigilia del primo giorno di Pesah. Durante la cena viene letto il testo dell'Aggadah, che significa narrazione. Questo testo faceva originariamente parte del libro di preghiere, ma a partire dall'XI e XII secolo venne copiato e trascritto separatamente. Restano ancora oggi molti manoscritti di questo testo, finemente miniati, che rappresentano uno dei tesori dell'arte sacra ebraica. Uno di questi, chiamato l'Aggadah di Serajevo perchè conservato nel museo ebraico di Serajevo, è probabilmente originario della Spagna e risale al XIII secolo; un commento scritto a mano in margine testimonia della presenza in Italia del manoscritto...Di questo testo esistono anche antiche edizioni stampate, fra cui quella di Mantova del 1560 e quella di Venezia del 1629".
TRADIZIONI E RITUALI
Una cura particolare viene richiesta dalla casa che prima della festa deve essere sottoposta ad una pulizia accuratissima che deve eliminare anche le più piccole briciole di cibo. I resti di pane vanno bruciati con molta attenzione e l'operazione va accompagnata dalla recita di una preghiera.
Perfino le stoviglie, piatti, posate, bicchieri, richiedono un lavaggio speciale, secondo le norme di un rituale prescritto.
Nel corso dei sette giorni di Pesah non è permesso consumare cibo lievitato, per cui lo stesso pane è quello azzimo composto di sola farina e di sola acqua; quindi niente lievito e niente sale.
Si consumano invece moltissime minestre e molti dolci a base di uova, mandorle e pane azzimo grattugiato.
Presso alcune comunità ebraiche italiane si segue l'uso della farina di grano turco in sostituzione del pane grattugiato.
Bisogna evitare qualunque forma di fermentazione, per cui alla farina vanno aggiunte soltanto le uova con l'esclusione dell'acqua. Formato il composto, lo si introduce immediatamente nel forno.
Le prime due sere di Pesah vengono rese solenni con la cerimonia del "Seder", parola che significa "ordine"; e infatti la cena pasquale richiede esattamente ordine e un rituale ben preciso.
Intorno alla tavola prendono posto tutti i componenti della famiglia e gli amici invitati per ascoltare la lettura dell'Aggadah, la storia dell'esodo dall'Egitto.
Ogni commensale prende parte viva alla narrazione, specialmente i bambini che in questa occasione hanno il permesso, anzi l'incitamento a rivolgere domande e a formulare commenti. Dopo la lettura si dà inizio alla consumazione del pasto tradizionale.
La tavola pasquale deve essere ricoperta da una tovaglia candida e le posate da usare devono essere le migliori. Inoltre non devono mancare particolari oggetti previsti dal rituale:
- uno speciale tovagliolo ripiegato tre volte e con sopra tre tazzine, a ricordo del pane non lievitato;
- un bicchiere di vino per il profeta Elia;
- il vassoio pasquale contenente alcuni cibi simbolici durante la lettura dell'Aggadah;
- una copia dell'Aggadah per ogni commensale;
- vino in quantità sufficiente per offrire la possibilità ad ognuno di berne almeno quattro bicchieri e per permettere a ciascun bambino quattro sorsate;
- uova sode servite in acqua salata o aceto per dare inizio alla cena;
- terrine con l'acqua per pulire le dita.
E' interessante sapere che tanto la tovaglia quanto i tovaglioli devono essere di stoffa raffinata recante fini ricami; la stessa cosa vale per il tovagliolo degli azzimi.
Questa particolare biancheria va gelosamente conservata insieme al vassoio per essere tramandata di generazione in generazione, con l'affidamento da parte della madre alla figlia primogenita o alla moglie del figlio primogenito.
In quanto al vassoio pasquale il suo posto riservato è accanto al capofamiglia, cui spetta il diritto di dirigere la completa cerimonia. Il vassoio deve contenere i cibi simboleggianti la schiavitù d'Egitto:
- una zampa d'agnello arrostito in ricordo dell'agnello sacrificale;
- un uovo sodo bruciacchiato sulla fiamma e immerso nell'acqua salata: suo compito è quello di ricordare la sofferenza della schiavitù;
- haroset: composto di noci, mele grattugiate e miele per ricordare le pietre e la malta che veniva caricata sulle spalle degli schiavi;
- carpas: una foglia di sedano, un rametto di prezzemolo e altre vedure intinte nell'acqua salata. Il tutto simboleggia le lacrime versate durante la schiavitù;
- maror: radici ed erbe amare che servono a ricordare l'indescrivibile amarezza che si prova con la perdita della libertà.
MENU'
Primo menù della prima cena pasquale:
Uova sode in acqua salata; Azzime in brodo di pollo con piselli, oppure Pane azzimo in brodo di pollo; Polpettone di tacchino; Carciofi e spinaci; Scodelline con amaretti, oppure Zuccherini.
Secondo menù della prima cena pasquale :
Sfoglietti in brodo con piselli freschi o Palline di azzime in brodo; Triglie alla mosaica; Polpettone di tacchino e salame d'oca; Carciofi e spinaci; Scodelline con amaretti o zuccherini;
Primo menù della seconda cena pasquale:
Uova sode in acqua salata; Dajenu, oppure Scacchi; Petti di pollo e d'oca bolliti, oppure Lingua di vitello con olive; Piselli e carciofi.
Secondo menù della seconda cena pasquale:
Dajenu o Scacchi; Pollo lesso e Petticini di oca o Lingua salmistrata; Guscetti di piselli e carciofi; Torta di mandorle o Frittata di azzime o Torta di mandorle e spinaci.
FONTI:
Libro la cucina romana e ebraico-romanesca di Giuliano Malizia
FOTO:
https://slideplayer.it/slide/8928105/
FOTO DI COPERTINA: